On air:”40 km- Vasco Brondi/Le Luci della Centrale Elettrica”
Ci abituiamo a tutto: al buio di novembre, alle piogge persistenti, ai letti di foglie, alla terra umida. L’autunno, nella sua accezione più romantica, sembra essersi ridotto a un guscio vuoto: vuoto come i ricci, come le noci abbandonate dagli scoiattoli. Vuoto come i rami dell’albero di cachi e la sua corona bruciata, stesa a terra a scaldarne i piedi, come una vecchia coperta ricamata dalle mani sapienti di una nonna.

Mario è entrato deciso, con quell’aria di chi in un luogo sente tutta la familiarità e il calore, con il volto rilassato di chi sta ritornando, di chi ha ancora la buona abitudine di lasciare un buongiorno insieme al suo sorriso.